Giro d’Italia 2022 – Percorso e favoriti
Presentazione del Giro d’Italia 2022, con analisi di percorso e favoriti.
Presentazione del Giro d’Italia 2022, con analisi di percorso e favoriti.
di Dino Manca
Chi si aggiudicherà il primo grande giro dell’anno?
Dal rosso-bianco-verde dell’Ungheria, paese che ospiterà la Grande Partenza 2022, al verde-bianco-rosso del tricolore italiano. La 105esima edizione della corsa rosa proporrà un percorso piuttosto vario, con 2 cronometro, 7 tappe per velocisti, 6 frazioni intermedie e 6 tappe complesse, in cui sarà possibile fare la differenza. In particolare, come da tradizione, la terza settimana sarà la più dura.
Come ogni anno, il nostro portale metterà a disposizione un gioco totalmente gratuito, che darà la possibilità ad ogni appassionato di vivere le tre settimane di corsa rosa come un vero e proprio manager di ciclismo! Sarà possibile giocare al Fanta Giro anche tramite APP, per tutti i dispositivi Android, scaricando Fanta Bar Ciclismo dal Play Store!
Tappe chiave
L’arrivo del Blockhaus sarà senza dubbio uno dei più temuti e decisivi dell’intera corsa. Le percentuali della salita abruzzese non scherzano, e non è da escludere che possa ripetersi il massacro di cinque anni fa, quando Nairo Quintana scavò solchi importanti alle sue spalle, dando addirittura 2:35″ al 10° classificato di tappa.
Potrebbe non avere le sembianze di una tappa particolarmente decisiva, ma il finale della 14° frazione, con arrivo a Torino, non andrà sottovalutato: due volte Superga e due volte il Colle della Maddalena negli ultimi 65 km sono un bel banco di prova, anche per i contendenti alla classifica generale.
La seconda settimana terminerà in Valle d’Aosta, sul traguardo di Cogne, in una tappa che comprenderà due salite di 1° Categoria, prima della lunga ascesa finale: 22.2 km al 4.9%. Non certo impressionante dal punto di vista delle percentuali, ma degna di nota sul piano del dislivello complessivo (oltre 4.000 metri).
La terza settimana si aprirà col botto. Torna il Passo del Mortirolo (anche se non dal versante più duro), che verrà affrontato nella parte centrale della 16a tappa, ma è probabile che tutte le cartucce verranno sparate sul Valico di Santa Cristina: ultimi 6 km in costante doppia cifra!
La partenza in salita verso il Tonale dovrebbe essere un regalo per gli scalatori fuori classifica che cercheranno fortuna da lontano nel 17° atto del Giro d’Italia 2022. Nel finale, l’ascesa a Monterovere (8 km al 9.6%) potrebbe far male, sebbene l’arrivo sarà dopo altri otto chilometri in falsopiano.
Si andrà a fare visita anche alla Slovenia, in una 19a tappa che presenterà una salita molto insidiosa dal punto di vista delle percentuali, quella di Kolovrat. Se dovesse essere affrontata a dovere, potrebbe rendere gli ultimi 7.3 km verso il Santuario di Castelmonte più difficili di quanto si possa pensare.
Meteo permettendo, l’ultima tappa in linea ha tutte le carte in regole per rivelarsi epica: San Pellegrino, Pordoi e Fedaia, in successione, sono la degna conclusione di un Giro d’Italia.
Ultimamente la cronometro conclusiva non è stata decisiva ai fini dell’assegnazione della maglia rosa. Sarà comunque bene non dimenticarsi dei 17 km della frazione finale, che terminerà nell’Arena di Verona, ripercorrendo le orme dell’edizione 2019.
Favoriti
INEOS Grenadiers – La corazzata inglese arriva ai nastri di partenza del Giro d’Italia 2022 con l’obbiettivo di portarsi a casa il terzo Trofeo Senza Fine consecutivo. A dare l’assalto alla maglia rosa saranno soprattutto Richard Carapaz e Richie Porte, mentre sarà assente il vincitore della passata edizione Bernal, impegnato nel delicato recupero dopo il brutto incidente subito ad un passo dall’inizio della stagione.
Vincitore tre anni fa, Carapaz ha chiuso il suo percorso di avvicinamento con un 2° posto in Catalogna, dando l’impressione di essere in buone condizioni, ma non ancora al top. Essendo uno scalatore tipicamente “diesel”, non sarà certo sorprendente se dovesse volare nella terza settimana. Se così dovesse essere, appare difficile trovare corridori che possano tenergli testa in salita, soprattutto nelle tappe di alta montagna con maggior dislivello.
L’australiano fungerà da “piano B”, ma non per questo andrà sottovalutato. Dopotutto, sia alla Tirreno, che al Tour of The Alps, il tasmaniano è sembrato essere sul pezzo, ed anche se i chilometri a cronometro non saranno tantissimi, potrà comunque sfruttare le sue abilità per avvantaggiarsi sulla concorrenza. Alla peggio, sfortuna permettendo, svolgerà un ruolo essenziale di supporto assieme ad altri ottimi scalatori come Pavel Sivakov, Ben Tulett e Jonathan Castroviejo.
Miguel Angel Lopez – Parlando di scalatori puri, il colombiano dell’Astana sarà probabilmente il rivale numero uno del vincitore 2019. Se riuscisse ad evitare crolli emotivi e psicodrammi, che troppo spesso si sono manifestati nel recente passato, il nativo di Pesca ha tutte le carte in regola per lottare per il podio. I kazaki porteranno anche Vincenzo Nibali e David De La Cruz, elementi fondamentali dal punto di vista della profondità nelle tappe più impegnative.
Simon Yates – Il Folletto di Bury, terzo lo scorso anno, ritenterà la fortuna in una corsa che sembra esser diventata un chiodo fisso per lo scalatore della BikeExchange. La sua preparazione quest’anno è stata piuttosto solida dal punto di vista dei risultati: basti pensare che, senza un monumentale Van Aert, sarebbe riuscito a detronare Primoz Roglic nella tappa conclusiva della Parigi-Nizza, mostrando peraltro un insolito feeling con delle condizioni meteo al limite. Non c’è dubbio che si tratti di uno dei corridori di maggior talento al via, ma il grande tallone d’Achille resta la squadra, che non sembra essere all’altezza della sfida rosa.
Joao Almeida – Il portoghese ha un conto aperto con la maglia rosa, che ha vestito per 15 giorni di fila due anni fa, prima di inchinarsi a Tao Geoghegan-Hart. Per certi versi, paradossalmente, fu più convincente lo scorso anno, soprattutto nella terza settimana, dimostrando di essere uno dei pochi corridori capaci di tenere il passo di Bernal, Caruso e Yates, e mancando il podio solo a causa della bambola presa da lui a Sestola nella prima settimana, e dall’ammiraglia Quick-Step nella tappa di Montalcino. Se dovesse confermare i progressi in salita, potrebbe essere il corridore maggiormente avvantaggiato dalla cronometro finale di Verona.
Purtroppo, la presenza di Gaviria nel team fa si che gli manchi il supporto necessario per essere competitivo numericamente con la INEOS nelle tappe più impegnative, dettaglio che potrebbe fare la differenza tra la vittoria ed un podio/top5.
Romain Bardet – Sarà meglio non sopravvalutare la settimana del Tour of The Alps, dove comunque sono mancati arrivi davvero impegnativi, ma il transalpino della DSM sembra esser tornato quello dei tempi migliori. Il percorso di questo Giro dovrebbe adattarsi alle sue caratteristiche, e l’assenza di una cronometro lunga sarà una vera e propria manna dal cielo: le ambizioni di podio di “BomBardet” sono ultra-giustificate.
Bahrain Victorious – Le possibilità di successo del team diretto da Gorazd Stangelj ed Alberto Volpi dipenderanno dalla coppia basca formata da Mikel Landa e Pello Bilbao, supportati da gregari di lusso come Jan Tratnik, Wout Poels e Santiago Buitrago, quest’ultimo apparso particolarmente brillante nelle ultime uscite.
Non c’è dubbio che, sul piano della resistenza nelle tre settimane, sia Landa il corridore di riferimento, ma è impossibile ignorare l’ascesa di Bilbao in questo 2022: tre top5 ed un 9° posto alla Tirreno sono risultati che meritano rispetto, anche se è evidente che al 32enne di Guernica manchi sempre qualcosina per essere davvero competitivo nelle grandi salite. Ciò detto, non sarebbe sorprendente se dovesse migliorare il 5° posto del 2020.
Quanto a Landa, oltre al fatto che sarà uno dei maggiori beneficiari del percorso di quest’anno, sarebbe bello si potesse prendere una rivincita nella tappa del Blockhaus, salita in cui venne sciaguratamente privato della classifica generale cinque anni fa per colpa di una moto. Nonostante un Tour of The Alps ed una Liegi corse da gregario, i segnali di forma sono sembrati piuttosto promettenti: la top5 dovrebbe essere un obbiettivo alla portata.
BORA – hansgrohe – I tedeschi sono senz’altro una delle squadre più difficili da inquadrare sul piano tattico. Sarà per via del rendimento troppo incostante di Emu Buchmann e Wilco Kelderman, o di un Jai Hindley che ha fatto fatica a tornare sui livelli del 2020, sebbene in marzo qualche discreto segnale alla Tirreno sia arrivato. Sicuramente, almeno questo è quanto si augurerà il neo DS Enrico Gasparotto, c’è il potenziale per dare battaglia: in bocca al lupo nel capire chi dei tre sarà il prescelto.
Hugh Carthy – Il britannico classe ’94 guiderà la spedizione della EF, nella quale spicca anche il nome di Esteban Chaves. Purtroppo, lo scorso anno deluse tremendamente nelle tappe decisive della terza settimana, ed alla luce di quanto mostrato nelle gare di preparazione è difficile aspettarselo nei piani altissimi della classifica. Ciò detto, anche nel 2020 l’andamento della sua stagione sembrava oltremodo anonimo, salvo poi esplodere con un podio alla Vuelta.
Giulio Ciccone – E’ difficile dimenticare quanto bene stesse andando l’abruzzese nelle prime due settimane dello scorso Giro. Eppure, complice anche la caduta nella tappa di Sega di Ala, il capitano della Trek è stato riportato in quel Limbo, al confine tra l’affermazione e l’eterno incompiuto, che potrà levarsi di dosso solo con un grande risultato. Sarà questo l’anno giusto?
Movistar – Di anni ne sono passati dal suo podio nel 2016, eppure per Alejandro Valverde l’età anagrafica sembra davvero essere solo un numero. Altra primavera corsa da protagonista, in cui ha sfiorato l’ennesimo trionfo ad Huy, per ricordare a tutti la sua classe intramontabile. Ora, è facile pensare che, soprattutto la terza settimana, sarà troppo dura per un corridore che ha fatto registrare solo una top10 negli ultimi 4 grandi giri disputati, ma guai a sorprendersi se dovesse chiudere con un piazzamento dignitoso.
Ad ogni modo, la compagine spagnola potrà contare anche sul colombiano Ivan Sosa, che recentemente ha fatto sognare Eusebio Unzué trionfando alla “Vueltina” delle Asturie. Sarebbe fondamentale per il talentuoso scalatore 24enne riuscire a portare a termine tre settimane di buon livello, questa potrebbe essere la sua grande occasione per sedersi finalmente nel tavolo dei big.
Guillaume Martin – Se dovesse scegliere di fare classifica generale avrà buone opportunità di top10; difficile immaginarlo più avanti.
Jumbo – Visma – Più che Tom Dumoulin, per il quale è lecita una grande attesa dopo l’assenza di ben 17 mesi da un grande giro, il corridore di riferimento per la classifica dovrebbe essere il norvegese Tobias Foss, 9° lo scorso anno. Purtroppo, la sua preparazione non è stata ideale, avendo corso solo una settimana completa in Algarve, quindi è difficile capire a che punto sia la forma.
Jolly FantaBarCiclismo: Thymen Arensman – Il gioiello classe ’99 del Team DSM sta vivendo una stagione da sogno, in cui ha collezionato top10 e podio alla Tirreno e nelle Alpi. Le tre settimane, però, sono un altro paio di maniche, e se è vero che l’appetito vien mangiando, è altrettanto vero che è probabile gli verrà chiesto di mettersi a disposizione di Bardet, anche perchè i tedeschi sembrano piuttosto “leggerini” per le tappe in salita. Eppure, specialmente nel nostro gioco, val la pena correre il rischio..
NB: La lista dei favoriti potrebbe subire delle variazioni, qualora venissero aggiornate le startlist non ancora ufficiali.
Pronostico
L’Arena di Verona sarà ancora un dolce ricordo per Richard Carapaz: l’ecuadoregno è lo scalatore più forte al via di questo Giro e sarà supportato da un team di alto livello, lusso che altri pretendenti non potranno permettersi.
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