Parigi-Roubaix 2021 – Percorso e favoriti

Presentazione della Parigi-Roubaix 2021, con analisi di percorso e favoriti.

di Dino Manca

Si è fatta attendere parecchio, ma è tornata: benvenuti all’Inferno del Nord!

Percorso

L’edizione 2021 della Parigi-Roubaix, posticipata ad ottobre causa covid, presenta 257.5 km, di cui 55 in pavè: in pratica, il 20% della corsa sarà sulla storica pavimentazione stradale “a cubetti”, che caratterizza questa Classica Monumento da tre secoli a questa parte. Una corsa non particolarmente impegnativa dal punto di vista altimetrico (1304 metri di dislivello), ma che richiede grande abilità nella guida della bicicletta, enorme resistenza, oltre che una discreta dose di fortuna, dal momento che non sono rari imprevisti come forature e/o cadute.

Meteo

Non freddissimo, ma neanche caldissimo: si parla di temperature sui 14-16 gradi, con vento moderato (18-20 km/h) da sud-ovest, che sarà a favore dei corridori, specialmente nella prima parte di gara, ma laterale in quella centrale. Soprattutto, è prevista pioggia per tutto il pomeriggio, il che è centrale dal punto di vista della durezza della corsa. Per quanto possa giovare sul piano dello spettacolo, renderà la gara particolarmente pericolosa e molto più selettiva.

Parigi-Roubaix 2021 - Percorso
Parigi-Roubaix 2021 – Percorso

Foresta di Arenberg (93 km dalla fine)

Il settore 20 corrisponde all’iconica e temutissima Foresta di Arenberg. Storicamente, il momento in cui si crea la prima separazione decisiva della corsa. Inutile dire che sarà fondamentale affrontare questi 2.3 chilometri il più avanti possibile, onde evitare rilanci ed accelerazioni extra, tutti sforzi che si pagheranno con gli interessi nel finale.

Foresta di Arenberg
Parigi-Roubaix 2021 – Foresta di Arenberg (©A_ParisRoubaix – Twitter)

Mons-en-Pévèle (49 km dalla fine)

Irregolare, piuttosto lungo (3 km) e particolarmente insidioso, specialmente sul bagnato: è il settore 12, decisamente uno dei più importanti dal punto di vista dell’impatto sulla corsa. Dopo più di 200 chilometri, anche il posizionamento diventa marginale: chi ha ancora benzina nel serbatoio resta in gioco, viceversa sarà game over.

Mons-en-Pevele
Parigi-Roubaix 2021 – Mons-en-Pévèle (©CyclingWeekly)

Carrefour de l’Arbre (15 km dalla fine)

L’ultimo settore a cinque stelle è il numero 4, ovvero Carrefour de l’Arbre. La sua peculiarità è la mancanza di “vie di fuga” laterali, il che costringe i corridori ad affrontarlo quasi interamente sul pavè. A questo punto della corsa le energie saranno al lumicino e sarà senz’altro possibile fare la differenza per chi avrà le gambe migliori. Nell’ultima edizione, ad esempio, fu Nils Politt a lanciare una violenta offensiva, alla quale solo Philippe Gilbert, poi vincitore, seppe reagire.

Carrefour de l'Arbre
Parigi-Roubaix 2021 – Carrefour de l’Arbre (©Paris-Roubaix – Twitter)

Il Velodromo di Roubaix

Nel finale, la tradizione vuole che i corridori facciano ingresso nello storico velodromo di Roubaix, dove affronteranno un giro preliminare, al termine del quale si sentirà suonare la campanella: un dolce ricordo per chi alzerà le braccia al cielo dopo questa brutale giornata in bicicletta.

Parigi-Roubaix 2021 – Velodromo (©Yuzuru SUNADA)

Favoriti

Wout Van Aert – Una brutta prestazione al Mondiale non può cancellare il valore di un corridore del genere, che resta incalcolabile. Due anni fa, nonostante una gara sfortunatissima, in cui non si fece mancare nulla (caduta compresa), riuscì a portare a termine una stoica rimonta, salvo pagare il prezzo nel finale. E’ chiaro che, in un’edizione che si preannuncia molto complessa dal punto di vista della resistenza fisica, un corridore con la sua esperienza nel campo del ciclocross dovrebbe avere un discreto vantaggio rispetto ai “puristi” della strada. La chiave, come sempre, sarà la sua squadra, che dovrà supportarlo nelle fasi iniziali e centrali della corsa. Se dovesse riuscire ad avere almeno un uomo in sua compagnia negli ultimi 25-30 km, sarà molto difficile da battere, viceversa le cose potrebbero complicarsi.

Mathieu Van der Poel – Quanto detto sopra per Van Aert, ovviamente, vale anche per il multi-campione del mondo di ciclocross olandese, che al Mondiale non è sembrato al top della condizione, ma è comunque riuscito ad ottenere un piazzamento “di carattere” nei primi dieci. Pur essendo alla sua prima assoluta, è un corridore che si adatta magnificamente ad una gara come la Roubaix, dove sarà fondamentale sfruttare tutte le sue qualità tecniche e la sua forza bruta. Sebbene il suo sprint a due con Asgreen nell’ultimo Giro delle Fiandre sia stato deludente, resta uno dei corridori più temibili qualora si dovesse decidere tutto nel Velodromo: questo spingerà molti avversari ad evitare uno scenario del genere.

Deceuninck – Quick Step – Se fossimo stati ad aprile, non ci sarebbero stati dubbi sul fatto che Kasper Asgreen sarebbe stato il corridore di riferimento per il Wolfpack, squadra che come sempre abbonderà sul piano qualitativo e numerico, pur senza avere, almeno sulla carta, un vero e proprio capitano al via. Tuttavia, il danese è in un periodo di forma diverso rispetto alle classiche primaverili, e la sua brutta giornata a Leuven (dove è stato vittima di problemi di stomaco) non è esattamente incoraggiante in vista di una gara ad eliminazione come questa. Ciò detto, essendo un corridore molto potente “sul piano”, sarà sempre da tenere in forte considerazione, specialmente se dovesse improvvisamente ritrovare le gambe di aprile.

Per quanto riguarda la forma, arrivano ottime notizie da Florian Senechal e Zdenek Stybar, entrambi in top10 al Mondiale di domenica scorsa. Il francese, 6° due anni fa, sente particolarmente questa corsa, che conosce ormai nei minimi dettagli, e si presenterà al via dopo un settembre molto convincente sul piano dei risultati: che sia arrivata la sua grande occasione?

Quanto a Stybar, l’intervento chirurgico al cuore ha richiesto uno stop forzato nel momento più importante della stagione, ma per sua fortuna avrà la possibilità di correre almeno la Roubaix, gara in cui ha chiuso per ben 2 volte al secondo posto, perdendo in entrambe le occasioni allo sprint. Dopo il suo 7° posto al Mondiale, in cui ha impressionato specialmente nei settori in pavè, non c’è dubbio che la forma sia buona, ed il suo passato in ciclocross dovrebbe tornargli utile in un’edizione bagnata e fangosa come questa.

L’altra carta da giocare sarà Yves Lampaert, a podio nell’ultima edizione. Il belga non ha disputato una campagna di classiche particolarmente esaltante, ma in questo finale di stagione ha lanciato qualche avvisaglia interessante, come al Tour of Britain, dove ha conquistato in fuga una tappa. Se dovesse farsi trovare pronto, sarà una pedina fondamentale dal punto di vista tattico.

Due anni fa, Davide Ballerini fu uno dei migliori del gruppo inseguitori. Condizioni fisiche a parte, da verificare dopo la brutta caduta del Mondiale, la Trivella di Cantù sembra essere progettato su misura per questo tipo di gare. Infatti, oltre ad essere un corridore notoriamente rapido (il che non guasta in caso si arrivi allo sprint), il lombardo se la cava piuttosto bene anche sul pavè, dov’è possibile sfruttare tutta la sua potenza per fare la differenza.

Nils Politt – Il tedesco è uno dei corridori più forti in questo tipo di terreni, l’ha dimostrato due anni fa, dove ha mancato per un pelo l’appuntamento col trofeo a forma di pietra. Anche quest’anno, le sue prove di forza in pianura sono state abbastanza eloquenti: vengono in mente soprattutto la sua vittoria al Tour de France, quando staccò di prepotenza i compagni di fuga, ma anche il successo in Germania al Deine Tour, arrivato grazie ad una “passata” delle sue. Il 16° posto al Mondiale è altresì incoraggiante, dato che si correva in un percorso non esattamente ideale per un passista come lui, quindi bisogna presumere che arrivi a questa Roubaix vicinissimo al top della forma.

Peter Sagan – Lo slovacco dovrà esser bravo a sfruttare la presenza di un compagno come Politt, lusso di cui non poté godere due anni fa, ma sarà lo stesso Sagan di due anni fa? Le indicazioni arrivate dalle ultime corse non sono esattamente incoraggianti, ma in una gara del genere esperienza e classe potrebbero fare la differenza. Inoltre, è difficile trovare qualcuno che gli sia superiore tecnicamente dal punto di vista della guida, fattore da non sottovalutare in una giornata di pioggia, fango e terreno particolarmente scivoloso.

Jasper Stuyven – Altro corridore che sembra arrivare a questo appuntamento con una forma importante: top10 alla Bretagne Classic, top10 al Benelux Tour, podio alla Primus Classic e 4° posto al Mondiale. C’è sempre stato un buon feeling tra il belga della Trek e queste strade, dove ha ottenuto un 4° posto nel 2017 ed un 5° nel 2018, ma manca il salto di qualità definitivo: che possa arrivare proprio quest’anno? Dopotutto, non bisogna dimenticarsi che quest’anno ha vinto la Sanremo, dettaglio che potrebbe fare la differenza dal punto di vista psicologico.

Sep Vanmarcke – Il 33enne della Israel è uno dei grandi specialisti del pavè al via. Pur non avendo fatto registrare grandi risultati di recente, è probabile che sarà ancora abbastanza competitivo, in una gara che, nelle sue ultime sei partecipazioni, l’ha visto chiudere, alla peggio, in undicesima posizione. Dopodichè sono arrivati un 2°, 4°, 4°, 6° e 4° posto.

Mike Teunissen – L’altra freccia nell’arco della Jumbo-Visma sarà l’olandese classe ’92. Recentemente, ha ottenuto risultati confortanti dal punto di vista della condizione, e le sue ultime due partecipazioni a questa corsa indicano una costante crescita (11° nel 2018 e 7° nel 2019), che potrebbe continuare nel 2021. Dovesse riuscire a far parte del gruppetto finale assieme a Van Aert, potrebbe essere tatticamente decisivo.

Jasper Philipsen – Il velocista dell’Alpecin arriva a questo appuntamento con una forma paurosa (4 vittorie consecutive in settembre!), ma la mancanza di esperienza in una corsa del genere non è l’ideale. Soprattutto, è difficile pensare che possa superare indenne i “tagli” decisivi dei settori chiave, ma se dovesse farlo, sarà un cliente molto scomodo da portarsi dietro nel finale. Non bisogna dimenticarsi che fu 3° alla Roubaix da Junior e 4° da u23.

Dylan Van Baarle – La forma dell’olandese, argento a Leuven, è straordinaria, ed è evidente che il Team INEOS si affiderà soprattutto alla sua esperienza. In teoria, dovrebbe essere possibile battere il suo 16° posto del 2016, suo miglior risultato in carriera.

Alexander Kristoff – L’edizione di quest’anno si preannuncia particolarmente selettiva, quindi le possibilità di volata, almeno in teoria, saranno ancora meno rispetto al solito. Non una grande notizia per il norvegese, che ha comunque disputato un Mondiale dignitoso, chiudendo in 21° posizione, e potrebbe ambire ad un piazzamento.

AG2R Citroen – Se si pensa alle grandi aspettative che la coppia formata da Oliver Naesen e Greg Van Avermaet aveva sollevato, i risultati non sono stati assolutamente all’altezza. A giudicare dalle ultime uscite di entrambi, sembra difficile che il trend possa cambiare a questo punto della stagione.

Matteo Trentin – Il trentino non ha mai ottenuto grandi risultati in questa corsa, ma in settembre ha dimostrato di essere piuttosto in palla, il che aumenta i rimpianti per quanto successo domenica scorsa in Belgio. Purtroppo, l’incidente del Mondiale rende difficile capire a che punto sia dal punto di vista della forma.

Sonny Colbrelli – All’esordio in assoluto in questa gara. Da amante della pioggia, il Cobra dovrebbe essere uno dei corridori più contenti al via domenica, ma la mancanza di esperienza in questo tipo di strade potrebbe essere difficile da superare. Detto questo, al Mondiale ha dimostrato che la sua condizione è ancora molto buona, quindi non sarebbe una sorpresa se dovesse riuscire a chiudere a ridosso o dentro la top10.

Taco Van der Hoorn – Se si parla di potenza, non si può non menzionare il passistone dell’Intermarché, che quest’anno è stato protagonista di incredibili numeri in solitaria, come quello della tappa di Canale al Giro d’Italia. Se dovesse unirsi alla fuga iniziale, sarà un profilo molto, molto interessante da seguire.

Jolly FantaBarCiclismo: Stan Dewulf – Terzo nella Parigi-Roubaix Junior 2015, vincitore della Parigi-Roubaix u23 nel 2018, il classe ’97 di Stavele sarà uno dei corridori più interessanti da seguire nell’edizione di quest’anno. Alla luce dei suoi recenti risultati (11° agli Europei e 12° alla Primus Classic), non sarebbe affatto sorprendente se dovesse risultare il migliore dell’AG2R Citroen, il che potrebbe coincidere con un piazzamento nelle prime 10/15 posizioni.

Pronostico

Le condizioni meteo fanno pensare ad una gara che esploderà presto. Difficile ignorare il fattore ciclocross, che potrebbe dare un vantaggio cruciale ai corridori che in passato sono cresciuti gareggiando in queste condizioni. Soprattutto, però, sarà importante il fattore squadra. Semplicemente, chi avrà più corridori nel gruppetto finale godrà di un vantaggio enorme dal punto di vista tattico. Sembra evidente che ancora una volta la squadra più forte, almeno sulla carta, sia la Deceuninck – Quick Step, ma chi sarà il prescelto? Dopo esserci andato vicinissimo per due volte, la terza sarà quella buona per Zdenek Stybar.


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