Olimpiadi Tokyo 2020 – Favoriti prova su strada di ciclismo maschile

Presentazione della prova di ciclismo maschile su strada delle Olimpiadi di Tokyo 2020, con analisi di percorso e favoriti.

di Dino Manca

Dopo 5 anni di attesa, si riapre la caccia per l’oro più ambito della storia dello sport, quello Olimpico.

Percorso

La prova maschile di ciclismo su strada dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020 si presenta come una gara molto interessante e selettiva, grazie ai suoi 234 km che, attraversando la periferia di Tokyo prima, ed il “Fuji Circuit” poi, garantiranno un terreno favorevole per i corridori più esplosivi e resistenti. In totale, verranno affrontati ben 4865 metri di dislivello.

Dal punto di vista meteo, sono attesi circa 30 gradi nel pomeriggio a Tokyo, mentre le temperature dovrebbero oscillare attorno ai 20/25 gradi sulla salita finale e dalle parti del Lago Yamanaka, dov’è segnalata la possibilità del 90% di pioggia attorno alle 17 (orario locale). Soprattutto, secondo tante testimonianze arrivate dai corridori stessi, che hanno in questi giorni fatto la ricognizione del percorso, viene segnalata grande umidità, un altro fattore da considerare in una giornata particolarmente impegnativa come questa. Il vento, invece, sarà debole per tutto il pomeriggio e non dovrebbe incidere sull’andamento della gara.

Olimpiadi Tokyo 2020 - Percorso gara in linea di ciclismo maschile
Tokyo 2020 – Percorso prova in linea di ciclismo maschile

E’ verosimile che la gara possa accendersi a circa 100 km dalla conclusione, quando il gruppo affronterà la salita di Fuji Sanroku, circumnavigando la parte centrale del famosissimo vulcano giapponese. Le pendenze della salita non sono affatto proibitive, ma questi 14.5 km potrebbero servire per dare una prima scremata e, forse, favorire i primi attacchi con discrete velleità.

Tokyo 2020 – Fuji Sanroku

Difficile immaginare uno scenario in cui il Mikuni Pass non sarà il momento chiave della corsa. In se, la salita non è lunghissima (poco meno di 7 km), ma avrà al suo interno 4 chilometri con una pendenza media del 12%, che dopo 190 km saranno semplicemente brutali. Una volta scollinati, a -34 dalla conclusione, i corridori affronteranno una breve discesa, seguita da circa 5 km di falsopiano lungo il Lago Yamanaka, che precederanno l’ultima salita del giorno.

Tokyo 2020 – Mikuni Pass

Da questo video girato “in loco” si può notare la durezza della salita del Mikuni Pass.

Tokyo – Mikuni Pass (video)

La breve discesa che porterà verso il villaggio di Yamanakako non va sottovalutata: si tratta solo di circa 3 km, ma ci saranno alcune curve piuttosto insidiose, che con l’asfalto bagnato e l’umidità potrebbero richiedere particolare attenzione.

Tokyo 2020 – Discesa Mikuni Pass

Prima di cominciare l’ultima discesa verso il traguardo, i corridori dovranno superare per la seconda volta il Kagosaka Pass: 2.2 km al 4.7%, niente a che vedere con le pendenze che abbiamo visto in precedenza. Successivamente, una morbida discesa di 15 km porterà al circuito finale.

Tokyo 2020 – Kagosaka Pass

Gli ultimi 5 km saranno caratterizzati da un terreno ondulato. Una volta entrati nel circuito automobilistico, la strada salirà gradualmente fino a raggiungere l’ultimo chilometro, che sarà praticamente pianeggiante.

Tokyo 2020 – Finale prova in linea di ciclismo maschile

Favoriti

Prima di cominciare l’analisi dei favoriti occorre fare una premessa importante. La gara Olimpica è una corsa diversa dalle altre. Volendo paragonarla, si potrebbero trovare delle somiglianze con il mondiale, dal momento che gareggeranno le nazionali e non le squadre tradizionali. Fondamentale precisare, inoltre, che non tutte le nazionali con maggiori ambizioni avranno lo stesso numero di corridori al via:

Belgio, Olanda, Francia, Italia e Spagna schiereranno 5 uomini;
Slovenia, Colombia, Danimarca, Germania, Norvegia, Svizzera, Australia e Gran Bretagna 4;
Russia, Polonia, Canada, Kazakhstan, Austria, Irlanda, Sud Africa e Repubblica Ceca 3;
Portogallo, Stati Uniti, Ecuador, Eritrea, Estonia, Lussemburgo, Giappone, Lettonia, Nuova Zelanda, Turchia 2.

Belgio – Con un Wout Van Aert in stato di grazia, il Belgio si presenta come una delle formazioni da battere. La presenza di Remco Evenepoel, corridore che ha già dimostrato in passato di gradire questo tipo di salite (ricordare San Sebastian 2019), inoltre, garantisce un fantastico piano B qualora le pendenze del Mikuni Pass dovessero rivelarsi troppo impegnative per il vincitore di tre tappe all’ultimo Tour de France. Non è un mistero che al “peso leggero” classe 2000 piaccia attaccare da lontano, per cui non sarebbe sorprendente se provasse ad anticipare, sollevando lo stesso Van Aert dal dover rispondere in prima persona agli attacchi e correre sulla difensiva, potendo contare su uno sprint formidabile.

Slovenia – Jan Tratnik e Jan Polanc saranno i gregari del duo delle meraviglie formato da Primoz Roglic e Tadej Pogacar. Sulla carta, son poche le nazioni che avranno a disposizione due carte di questa qualità, e se entrambi dovessero arrivare in buona posizione sul Mikuni Pass, le possibilità di medaglia saliranno in maniera considerevole, in quanto si tratta per distacco dei due migliori scalatori in gara. Ovviamente, se per Pogacar, atterrato a Tokyo da poche ore, i dubbi sulla condizione sono inesistenti, i punti interrogativi legati a Rogla saranno tanti, dato che non lo si vede correre dall’ottava tappa del Tour, prima che abbandonasse la Grande Boucle dolorante.

Tuttavia, sembra che il vincitore della Vuelta 2020 abbia già messo alle spalle la deludente parentesi francese, e sappiamo quanto sia bravo a resettare mentalmente dopo un periodo negativo, prima di un impegno importante. Se nella notte tra venerdì e sabato vedremo la sua miglior versione, però, spetterà alla strada dirlo.

Spagna – Questo percorso dovrebbe adattarsi piuttosto bene ad Alejandro Valverde, che sarà l’indiscusso capitano della spedizione iberica e correrà la sua quinta (!) Olimpiade in carriera. Il murciano è un maestro nel gestire le energie e non pecca di velocità in caso di sprint ristretto tra pochi corridori. Se c’è una gara in cui darà tutto in questa stagione, sarà proprio questa. Sarà sufficiente? Nel 2021 abbiamo visto sprazzi del vecchio Bala, ma servirà una prestazione incredibile da parte sua per mettersi al collo la medaglia più pregiata.

Italia – Il CT Davide Cassani ha scelto la Sardegna come ultimo step di preparazione per consentire a Gianni Moscon, Alberto Bettiol, Giulio Ciccone e Damiano Caruso di arrivare più pronti possibile a questo appuntamento, forse anche tenendo in considerazione il fattore climatico. Il quinto uomo sarà Vincenzo Nibali, che torna alle Olimpiadi dopo la delusione cocente di Rio 2016. Sfortunatamente, il siciliano non è stato molto convincente quest’anno, quindi è obbiettivamente difficile avere grandi aspettative.

Dal punto di vista tattico, gli azzurri potrebbero giocare un ruolo fondamentale nell’economia della gara, in quanto è difficile individuare un capitano vero e proprio, nonostante sembra che questo ruolo appartenga, almeno in partenza, a Moscon. Come abbiamo visto in passato, non è raro vedere uno o due italiani provare a portar via un gruppetto in largo anticipo, ed è questa la strategia che dovrebbe dare più possibilità di medaglia, piuttosto che aspettare e giocarsi tutto sulle durissime pendenze del Mikuni Pass.

In questo caso, è difficile pensare che il trentino possa tenere il passo, ad esempio, degli sloveni, anche se ha già dimostrato al Mondiale in Austria tre anni fa di poter dire la sua anche in finali molto duri.

Colombia – Le migliori possibilità di medaglia dovrebbero arrivare da Sergio Higuita, che sarà coadiuvato da Rigoberto Uran, Esteban Chaves e Nairo Quintana. Lo scalatore di Medellin, che l’anno prossimo passerà alla Bora Hansgrohe, ha chiuso il Tour in crescendo, piazzandosi in top10 nelle ultime due tappe pirenaiche. Dal punto di vista fisico è perfetto per una salita esplosiva come il Mikuni Pass, forte in discesa e dotato di buono sprint in caso di volata. Alla luce di queste considerazioni, non sarebbe affatto sorprendente se la nazionale sudamericana portasse a casa una medaglia in questa gara.

FranciaDavid Gaudu ha chiuso in crescendo il Tour e dovrebbe essere la punta della nazionale francese a Tokyo 2020. Come abbiamo visto nei Paesi Baschi e alla Liegi di quest’anno, può brillare in questo tipo di percorsi, ma non ha la velocità per vincere uno sprint, dettaglio che imporrà ai “galletti” di rendere la corsa più dura possibile. In questo caso, potrebbe aiutare avere a disposizione corridori come Remi Cavagna, Benoit Cosnefroy e due buoni scalatori come Kenny Elissonde e Guillaume Martin, che potrebbero essere utilizzati anche come “corridori satellite” ad un certo punto della gara.

Germania – La nazionale tedesca avrà timide, ma legittime ambizioni di medaglia, grazie soprattutto alla presenza di Max Schachmann, corridore completo e spesso in grado di difendersi in salite non troppo lunghe come il Mikuni Pass. Certo, è probabile che possa trovarsi in difficoltà al cospetto di scalatori più puri, un pò come accaduto alla Liegi di quest’anno, dov’è comunque riuscito a strappare un 9° posto, ma dopo un buon Giro di Svizzera, chiuso al 4° posto e la conferma di campione nazionale, sarebbe sbagliato non considerarlo uno degli outsider più interessanti della gara.

OlandaWilco Kelderman corridore di riferimento? Può darsi. In effetti, il classe ’91 ha appena chiuso al 5° posto un Tour de France molto convincente. L’eternamente sottovalutato Bauke Mollema, invece, potrebbe essere l’opzione da giocare in anticipo. Se si pensa che questo percorso sia troppo duro per lui, si commette un grave errore. Dopo aver vinto la San Sebastian ed il Lombardia, il passista-scalatore della Trek non ha più niente da dimostrare e sarà ancora una volta pronto ad usare il suo istinto d’attaccante qualora si presentassero le giuste circostanze.

Gran Bretagna – Geraint Thomas, Tao Geoghegan-Hart, Adam Yates e Simon Yates saranno i quattro corridori che rappresenteranno la nazionale britannica. Tre di questi corrono nella stessa squadra, dettaglio che potrebbe aiutarli dal punto di vista tattico, ma né Thomas, né Geoghegan hanno lasciato una buona impressione al Tour. Questo, per esclusione, dovrebbe rendere Adam Yates il corridore di riferimento, anche se non ha un grande record nelle corse di oltre 200 km, tolto l’exploit alla San Sebastian 2015. Stesso discorso per Simon, che non ha disputato molte corse di un giorno in carriera e potrebbe pagare questo dettaglio dal punto di vista dell’esperienza.

PoloniaMichal Kwiatkowski è un corridore che ha sia l’esperienza che la classe per tirar fuori grandi prestazioni nelle occasioni speciali (4° ad Imola lo scorso Settembre). Reduce da tre settimane di Tour, corse da gregario, avrà soltanto due corridori a sua disposizione, il che lo mette in una posizione di svantaggio rispetto ad altri pretendenti. Qualora dovesse trovarsi nel gruppo di testa dopo il Mikuni Pass, ha la velocità per poter ambire ad una medaglia.

Velocità che manca, invece, a Rafal Majka, che tuttavia ha impressionato nella terza settimana del Tour e potrebbe fare una buona scalata. Il problema è che, come a Rio 2016, il finale non gli si addice affatto, quindi è difficile immaginarsi uno scenario in cui possa uscire vincitore.

Richard Carapaz – L’ecuadoregno, fresco di podio al Tour, dovrebbe gradire sia l’altimetria che il clima tropicale nel quale si correrà a Tokyo 2020, ma avrà il solo Jhonatan Narvaez a suo supporto. Inoltre, non essendo rapidissimo, è difficile possa ambire a qualcosa di più di una top5.

Joao Almeida – Altro corridore che per caratteristiche dovrebbe apprezzare il finale, ma ha poca esperienza nelle corse di oltre 230 km. Dal punto di vista della condizione non si sa molto, visto che le uniche gare in cui ha preso parte dopo il Giro sono la cronometro e la prova in linea dei campionati nazionali. Avendo a disposizione il solo Nelson Oliveira, dovrà giocarsi bene le sue carte.

Michael Woods – Il suo finale di Tour ha lasciato qualche perplessità dal punto di vista della freschezza. Detto questo, le percentuali del Mikuni Pass fanno rima con l’esplosivo canadese, che negli ultimi anni ha sempre centrato ottimi risultati in questo tipo di percorsi. Ad esempio, andò a podio nel durissimo Mondiale di Innsbruck tre anni fa, oltre che chiudere in top5 al Lombardia 2019, dimostrando di saper gestire anche il lungo chilometraggio.

Patrick Konrad – Il portacolori della nazionale austriaca ha disputato un Tour de France magnifico, portando a casa una tappa e dando l’impressione di aver fatto un ulteriore salto di qualità. Non ha un grandissimo record nelle corse di oltre 200 km (6° alla San Sebastian 2019), ma è piuttosto adatto alle salite brevi ed esplosive, oltre che molto rapido in caso di sprint, ergo un piazzamento nei dieci dovrebbe essere raggiungibile.

Jolly FantaBarCiclismo: Alberto Bettiol – Come detto sopra, è possibile che la nazionale italiana voglia provare a spaccare la corsa in anticipo. Ecco perchè avere davanti un corridore come Bettiol potrebbe rivelarsi una mossa vincente, visto che si tratta di un atleta dotato di grande “fondo”.

Non è un caso che le sue due vittorie nel WorldTour siano arrivate in due corse di oltre 230 chilometri, come il Fiandre 2019 e la tappa di Stradella del Giro 2021. Chiaramente, si sta parlando di percorsi molto diversi dal punto di vista tecnico, anche se il 18° posto al Mondiale di Imola ed il 6° posto alla San Sebastian 2017 sono piuttosto rilevanti in tal senso. Ad una stella, il toscano è un’ottima opzione per il nostro gioco.

Pronostico

Una gara che si preannuncia bellissima e molto difficile da leggere, nella quale molte variabili potranno influire sul risultato finale. A 31 anni, questa sembra la miglior occasione per Primoz Roglic di regalarsi la medaglia d’oro Olimpica. Ha già dimostrato lo scorso anno di avere ottime capacità di recupero subito dopo il Tour, chiudendo 6° al Mondiale e vincendo la Liegi. Dopo essersi ripreso dalle cadute, sarà pronto ad approfittare di una corsa che si sposa magnificamente con le sue caratteristiche: ha la possibilità di vincere in solitaria, staccando tutti e sfruttando le sue capacità da cronoman nell’ultimo tratto di corsa, o anche in uno sprint “atipico” in caso di volata ristretta.


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