Vuelta a España 2017 – 6° tappa: Percorso e favoriti
Presentazione della sesta tappa della Vuelta a España 2017, con analisi del percorso e favoriti di giornata.
Presentazione della sesta tappa della Vuelta a España 2017, con analisi del percorso e favoriti di giornata.
di Dino Manca
Si resta nella Comunità autonoma Valenciana, in una frazione fotocopia di quella odierna, con la differenza che ad aspettare il gruppo non ci sarà una mega rampa finale, ma un semplice arrivo pianeggiante.
Ben cinque i GPM da affrontare in 204.4 chilometri di corsa, che rendono questa frazione la seconda più lunga dell’intera Vuelta. L’ultimo, più significativo di tutti, è il Puerto del Garbi (2° Cat.), della durata di 9.3 chilometri e che presenterà una pendenza media del 5.2%, con rampe fino al 11%.
Da qui solo discesa e pianura, per un totale di 36.4 chilometri rimanenti, che porteranno i corridori al traguardo di Sagunt.
Ricordando che il termine massimo per schierare le squadre nel nostro Fanta Bar Vuelta è fissato per le 12:00 di domani, vi presentiamo i favoriti.
Favoriti
La frazione di oggi ha spiegato chiaramente quanto per la Sky fosse importante avere il controllo della corsa, in modo da poter imporre in gruppo il proprio ritmo in tappe anche non necessariamente adatte alle caratteristiche di Chris Froome.
Visto l’arrivo, alcune squadre di velocisti potrebbero tentare di portare i propri uomini a giocarsi la tappa, ma le ultime asperità rappresentano più di un punto di domanda, considerando che con questo caldo è ancora più faticoso tener sotto controllo un gruppo di attaccanti in un terreno così irregolare.
Le maggiori possibilità, quindi, dovrebbero averle i fuggitivi, sempre che vada a crearsi un gruppo ben consolidato di una decina d’unità e che nessuna squadra scelga di tener chiusa la corsa. Dovendo fare una percentuale siamo sul 55-45 a favore della fuga.
In quest’ultimo caso, una delle poche in grado di poterlo fare in un terreno simile è la QuickStep-Floors. Per i belgi, l’opzione ideale dovrebbe essere Matteo Trentin, che non essendo un velocista purissimo potrebbe anche scegliere di andare in avanscoperta e cercare il successo in fuga. Ciò detto, non sarà facile tenere botta anche per un velocista “atipico” come lui, se si dovesse imporre un certo ritmo nel 9 chilometri del Puerto del Garbi. In caso contrario, il trentino sarà automaticamente l’uomo da battere in volata.
Ancora piuttosto silente in questo inizio di corsa, Omar Fraile (Dimension Data) è atteso da tutti per il suo primo attacco da lontano. Il basco non sembra essere particolarmente interessato alla maglia a pois, ma pare attendere la tappa giusta per cercare di mettere il sigillo. Sulla carta, un finale del genere non dovrebbe sfavorirlo troppo, in quanto pur essendo forte in salita è uno dei pochi passisti scalatori dotati di un grande scatto in volata.
La stessa strategia la sta adottando Thomas De Gendt (Lotto-Soudal), il quale non sembra avere un grande passo in salita, ma con un finale del genere potrebbe riuscire comunque a fare la differenza. Il belga, va sottolineato, è anche piuttosto veloce ed in caso di sprint “ristretto” potrebbe riuscire a lasciare il segno.
Un nome teoricamente adatto ad un’altimetria simile è il danese Soren Kragh Andersen (Sunweb). Il 23enne della squadra tedesca ha ottime doti di passista, ma non disdegna anche le salite di media montagna, oltre a godere di un più che discreto scatto (8° nella tappa di Tarragona).
Caratteristiche simili anche per Simon Clarke (Cannondale), non nuovo ad attacchi da lontano, Sven Erik Bystrom (Katusha), campione del mondo under 23 in quel di Richmond e veloce quanto basta per potersi aggiudicare una volata simile e Josè Joaquin Rojas (Movistar), che non avendo più lo spunto di una volta potrebbe cercare di centrare la fuga per avere una competizione meno agguerrita.
La possibilità che si arrivi in gruppo non è da escludere totalmente. Ecco quindi che la situazione potrebbe favorire qualche “colpo di mano” nell’ultimo GPM. Diversi i corridori in grado di poter far la differenza in un terreno simile, a patto che naturalmente non destino preoccupazione a livello di classifica generale.
Sulla carta, un’azione del genere potrebbe farla Bob Jungels (QuickStep-Floors). Il lussemburghese ha detto no alle ambizioni di classifica e perde ora 10 minuti dalla maglia rossa. La salita finale rappresenta esattamente il tipo di ascesa che un “regolarista” come lui può affrontare al miglior ritmo e se riuscisse ad avvantaggiarsi quanto basta non è da escludere che possa arrivare al traguardo in solitaria.
Dovesse ricevere l’ok da Contador, anche Jarlinson Pantano (Trek-Segafredo) ha le skills ideali, tra salita e discesa, per poter fare la differenza. Sulla condizione, tuttavia, non si hanno grandi riscontri.
Un altro nome solito a queste mosse è Rui Costa (Team UAE). Il portoghese ha cercato di tenere duro e si trova a 2:35″ dal leader Froome. Questo potrebbe essere l’unico punto a suo sfavore, anche se in teoria basterebbe avere 1 minuto di vantaggio per portare a casa la tappa.
Qualora si dovesse chiudere con uno sprint a “ranghi ristretti”, velocisti normalmente più resistenti come Sacha Modolo (Team UAE) e Magnus Cort Nielsen (Orica-Scott) dovrebbero godere dei favori del pronostico.